Il nome comune di questa pianta spontanea è "cavolo selvatico" conosciuto anche come: qualeddo, cavuliceddo, cauliceddo, rapuddi, coricellu e in altri svariati modi.
Tradizionalmente il qualeddo veniva utilizzato a scopo terapeutico per curare bronchiti, asma, ferite superficiali e per il suo contenuto di gefanato, una sostanza antiulcera che agisce come rinforzante sulla mucosa dello stomaco. Esso possiede anche proprietà digestive, mineralizzanti e ricostituenti, per il suo alto contenuto in sali minerali come calcio, ferro, fosforo, potassio, zolfo e vitamina A, C e vitamine del gruppo B. La presenza dello zolfo, il "minerale della bellezza", oltre a dare l'odore caratteristico rende i capelli lucidi e soffici e la pelle elastica e giovane.
Dal punto di vista gastronomico, del qualeddo si raccolgono i getti delle piante e le foglie più tenere. La germinazione avviene con le prime piogge autunnali e la raccolta si estende fino a Gennaio inoltrato.
Nella cucina tradizionale siciliana trova molteplici utilizzazioni nelle più svariate pietanze: da lessato con abbondante olio di oliva, a contorno per la salsiccia cotta alla brace fino allo stufato di carne.
Calorie (kcal) | 110 |
Calorie (kj) | 460 |
- Dosi: 4
- Tempo preparazione: 05m
- Tempo cottura: 25m
- Tempo totale: 30m
Qualeddo | 600 g |
Pomodorini | 40 g |
Aglio | 2 spicchi |
Sale | qb |
Olio | 60 g di Giarì |
Istruzioni preparazione:
Lavate e lessate il qualeddo in acqua salata, a fine cottura lasciatelo scolare.
Soffriggete l'aglio, privato dell'anima, in una padella antiaderente con abbondante olio, aggiungete il qualeddo e fate cuocere a fiamma vivace per un paio di minuti. A questo punto unite i pomodorini, tagliati a metà o in quattro se più voluminosi, e continuate la cottura per altri cinque minuti.
Servite con un filo di olio Giarì a crudo.